Un inventore ha passato la maggior parte della vita chiuso nel suo laboratorio in un piccolo paesino di montagna, lavorando in continuazione su un’idea tanto folle quanto geniale.
Fin da bambino, continuando a sentire notizie terribili sul futuro del pianeta a causa dell’inquinamento, si era deciso a trovare una soluzione a questo problema.
La sua idea, che tutti gli avevano detto essere irrealizzabile, era questa: creare un motore che funzionasse come le piante, ossia assorbisse anidride carbonica e rilasciasse ossigeno.
Ogni volta che anche solo accenna questo suo sogno, chiunque gli dà del pazzo (se è gentile) o dell’idiota, e anche i suoi amici e familiari lo guardano con un misto di tenerezza e rimprovero.
Ma l’inventore non demorde mai: vuole davvero fare qualcosa per cambiare il mondo, e contro tutti, continua a insistere nella sua ricerca.
Poi, un giorno, quando ormai anche lui sta per convincersi ad abbandonare tutto, arriva un primo timido risultato. Non è ancora quello che cercava, ma gli dà la speranza per continuare e anni dopo, finalmente, crea il suo motore rivoluzionario.
L’inventore è pazzo dalla gioia, scoppia a piangere, non vede l’ora di dare al mondo la sua scoperta.
Ma scopre che c’è un problema.
Le difficoltà dell’inventore
Il primo impulso dell’inventore è lanciarsi per strada e iniziare a gridare a tutti cosa ha realizzato; ferma i passanti, suona ai citofoni, entra nei negozi, ma nessuno sembra curarsi granché di quello che dice, anzi, sembrano tutti infastiditi.
L’inventore riacquista la calma, si rende conto che da molti è considerato un pazzo e decide di elaborare un piano. È sicuro che una volta che avrà esposto la sua invenzione con tranquillità, tutti capiranno il cambiamento epocale che ne deriverà.
Il giorno dopo inizia a distribuire dei volantini per strada, ma di nuovo non ottiene un gran risultato.
Due giorni dopo si veste di tutto punto, mette un banchetto ben curato in piazza, espone un prototipo della sua invenzione facendo vedere come funziona, offre bevande calde, lascia volantini informativi…
La presentazione è un successo, moltissime persone sono entusiaste, si complimentano con lui, qualcuno gli chiede di poter acquistare il motore speciale.
L’inventore è contentissimo, ma dopo due settimane si accorge che nessuno parla più della sua invenzione, anzi: che tutti se ne sono proprio dimenticati.
L’inventore è sbalordito, si arrabbia, si deprime; poi si calma e decide di affidarsi a un esperto di comunicazione.
L’aiuto della buona comunicazione
Per prima cosa vengono create differenti campagne, con target e obiettivi diversificati, tutte però mirate a comunicare i valori e i benefici del prodotto.
Si parla dell’ambiente, del futuro, del pianeta. I messaggi mostrano con chiarezza i bisogni che la creazione risolverà, ciò che può concretamente fare per migliorare la vita delle persone.
Vengono aperte delle pagine social (l’inventore era rimasto un po’ tanto fuori dal mondo!), con contenuti (video, articoli, immagini, contest, ecc.) che invitano al coinvolgimento.
L’esperto di comunicazione invia email personalizzate e lettere cartacee ai possibili investitori e proprietari di aziende interessate, nonché alle principali organizzazioni a favore dell’ambiente.
Sono lanciati messaggi sui media locali (giornali, programmi tv, radio) e viene organizzato un nuovo evento, molto più curato e preceduto da una campagna di comunicazione per incuriosire.
Poche settimane e il venditore è l’uomo più famoso del pianeta; la sua invenzione una delle più importanti della storia.
Come sempre, la morale
Che cosa ho voluto dirti con questa storia un po’ esagerata?
Tante cose, ma te ne elenco solo alcune:
1. Mai arrendersi, credere e credere e insistere fino a rendere concreta la propria visione.
2. Nessuna grande idea può avere successo se non la si sa comunicare.
3. Più del prodotto bisogna comunicare i valori che gli danno vita e i benefici che concretamente porterà al cliente.
4. Anche se si ha una grande idea e la si comunica, dipende tutto da COME lo si fa. Non basta più avere un’idea incredibile intorno a cui incentrare tutta la comunicazione nello stesso modo.
C’è bisogno di un approccio più fluido, su più fronti, mutimediale.
La gente oggi è costantemente connessa e proprio questa iperconnessione tende a far dimenticare alle persone quello che vedono.
Per questo bisogna essere presenti su tutti i canali di comunicazione, adattando i messaggi ad essi: si deve essere sempre vicini e attivi, continuando a stupire.
Ecco cosa mancava all’inventore.
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