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La forza sta nel mix: gli ultimi trucchi per un efficace storytelling!

02/02/2018
Enzo Volpi
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Non sbuffare. Prova a resistere. Non abbiamo ancora finito.

Ovviamente sto parlando ancora del tanto amato storytelling.

Giuro che dopo smetto, ma non posso ancora cambiare rotta senza prima compiere un piccolo ed ulteriore volo della fantasia.

Sappiamo bene come raccontare correttamente una storia possa diventare uno strumento molto efficace per promuovere un brand e rafforzare le vendite. Abbiamo visto anche come costruire una buona narrazione, utilizzando alcune tappe fisse, che guidano nella strutturazione del nostro intreccio.

Ma capisco tu possa essere perplesso. Posso sentire borbottare: “Tutto perfetto e bellissimo, ma a me non serve…non basta…non posso usarlo…”

Totalmente sbagliato! Lo storytelling sta benissimo su tutto, basta sapere solo come adattarlo, trasformandolo nel migliore abito su misura del mondo, taglia unica della narrazione.

Non esiste argomento che non possa essere toccato. Non esiste confine o limite sul tema trattato, conta soltanto sapere come farlo. Conta scovare quel tono che meglio esalta quello specifico argomento.

Ma esiste un tono perfetto? Uno giusto contrapposto ad uno sbagliato? Assolutamente no! Importa solo riuscire a farlo funzionare.

Un piccolo passo indietro. Metto ordine con un piccolo esempio. Domenica 4 febbraio ricorre la Giornata Mondiale della Lotta Contro il Cancro. Proprio da questo punto voglio partire per tornare al tanto caro universo cinematografico.

Per vedere come trattare unicamente un argomento tanto delicato, e per capire come lo storytelling possa essere sorprendentemente declinato senza diventare inappropriato.

Esaminiamo 50/50, film del 2011scritto da Will Reiser, diretto da Jonathan Levine ed interpretato da Joseph Gordon-Levitt, Seth Rogen ed Anjelica Huston.

Molto brevemente, la pellicola racconta la storia di Adam Lerner, giornalista radiofonico ventisettenne, al quale viene diagnosticato un neurofibrosarcoma, una rara forma di cancro della colonna vertebrale.

Senza spoilerare nulla, la narrazione segue Adam nel corso della sua malattia, un lungo viaggio nel suo animo tra distacco, rabbia e paura, accompagnato da famiglia, amico, fidanzata e psicologa. Adesso mi censuro, non voglio andare oltre.

Probabilmente, proprio adesso, ti starai chiedendo cosa abbia di particolare questo film. Sicuramente ce ne sono moltissimi altri che trattano un tema simile, oppure addirittura identico.

© Summit Entertainment, Mandate Pictures, Point Grey

La forza di 50/50 sta nel genere. Inaspettatamente, si tratta di una commedia, e anche molto ben riuscita. Una sorta di esperimento, che mostra come trattare un tema delicato in modo differente.

La pellicola sa come far piangere, ma soprattutto sa come far ridere, senza mai apparire fuori luogo, eccessivo o sbagliato. Proprio per questo risulta estremamente forte e vero.

Non mi sto perdendo nei meandri della mia mente. Forse ho fatto confusione, ma solo un pochino. Torniamo adesso al cuore del discorso, al problema iniziale.

50/50 rappresenta il perfetto esempio di come lo storytelling possa raccontare tutto, senza alcuna preclusione. Nessun argomento deve essere evitato e nessuna strada espressiva deve essere scartata. Basta trovare una coerenza interna alla narrazione per renderla credibile.

Se abbiamo alle spalle una struttura solida, non dobbiamo porci limiti nella scelta del tono. Quello comico potrebbe non sembrare il genere migliore per un racconto serio sulla malattia ma, con alla base una storia ottimamente pensata e realizzata, dona al film un aspetto particolare che rafforza il messaggio, imprimendolo con energia nella mente dello spettatore.

Qualunque sia la tua azienda e di qualsiasi cosa ti occupi, non trascurare mail il fascino dello storytelling. Non esiste fatto che non possa essere raccontato e non esiste un modo giusto o sbagliato per farlo. Esistono solo storie strutturate male e messaggi troppo deboli per essere veicolati.

Abbiamo visto nel precedente articolo come, per passare efficacemente un messaggio finalizzato alla vendita, serva toccare il pubblico sul piano emozionale. Proprio su questo piano avviene la maggior parte delle decisioni di acquisto.

Pensa alla tua storia. Scegli il tipo di emozione da veicolare, ma non perdere troppo tempo per paura di sbagliare. Non esiste una modalità espressiva perfetta. Un tono che meglio si adatta ad uno specifico argomento. Vale tutto su tutto. Basta che serva a rafforzare il messaggio trasmesso.

Prova quindi a raccontare la tua azienda a livello emozionale. Descrivi un tuo prodotto. Trova la chiave giusta per esprimerti e per arrivare con forza al tuo target e coinvolgilo nella tua narrazione, per rafforzare il brand e incrementare le vendite.

Nicolò Roncelli

Copywriter

About the author

Marketer, autore e formatore. Aiuto imprenditori e manager a comunicare la propria idea di futuro e della brand identity aziendale attraverso gli strumenti contemporanei più adeguati allo scopo.

Enzo Volpi
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