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Comunicare fa bene

17/02/2020
Enzo Volpi
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La nostra campagna - il Clever messaggio per il 2020 - ha come scopo il comunicare che la comunicazione fa bene.
 Per un’azienda l’aspetto preponderante del comunicare è senza dubbio la pubblicità, i messaggi promozionali, quell’esternare significati che portano all’acquisto da parte dei clienti.

Corretto e importante.

La comunicazione tuttavia abbraccia dimensioni più vaste di quelle del reclamizzare, è un modo per interagire, per connettersi, per far sapere, per illustrare. La comunicazione è un bene fondamentale, fa bene a professionisti (advertiser), fa bene alle aziende e fa bene al pubblico, quando è buona. 
La nostra missione ci impone di ispirare i brand a una buona comunicazione, cosa non sempre semplice ma oramai indispensabile.
Scopriamo perché.

Mai più senza il purpose

Sembra che ogni settimana vengano rilasciate - a livello globale - statistiche su consumatori che aumentano le preferenze per le marche che hanno una causa da promuovere, uno scopo che sia connesso con la cosiddetta responsabilità sociale.
Sarà sempre più difficile da ora in poi per una marca operare senza contestualizzare la propria esistenza in relazione ad alcuni dei temi più spinosi del nostro tempo: che si tratti di giustizia sociale, crisi planetaria, assistenza sanitaria e benessere o diritti umani.

I consumatori chiedono sempre più che le marche assumano una posizione “fuori dal comune”, creando in alcuni casi una sorta di surrogazione civica, sostituendosi a governi spesso troppo incentrati sulla politica interna.

Al fine di guadagnare consenso presso il tuo pubblico, oltre a promuovere il tuo prodotto o servizio, devi affermare di rappresentare l’individuo e la sua comunità. I soliti proclami che guidano le campagne sono obsoleti e i consumatori sono oramai disincantati, si attendono qualcosa di più: uno scopo.

Ogni aspetto della tua attività e del tuo processo decisionale dovrebbe essere in linea con quello scopo e affermarlo con la sola pubblicità non è sufficiente. Devi essere veritiero anche nel comportamento e nei principi che ispirano la cultura dell’azienda.

La tua politica per le assunzioni offre opportunità a persone di diversa estrazione, cultura, sesso o religione? I tuoi negozi e uffici sono accessibili a portatori di disabilità? Il tuo sito web è ottimizzato per gli utenti ipovedenti?

Evidenziare, autenticare e dimostrare il tuo impegno a lungo termine sarà fondamentale.
Ecco cinque temi che abbracciano i diversi elementi del contributo sociale:

  • Salute e benessere
  • Miglioramento della comunità
  • Diversità e inclusione
  • Conservazione ambientale
  • Diritti umani

C’è l’imbarazzo della scelta, per chiunque voglia offrire il proprio contributo.
É possibile anche per le piccole aziende? 
Con le dovute proporzioni si.

Questioni di Branding

Questa iniziale riflessione è la sintesi di una ricerca effettuata a proposito della fiducia delle persone nella pubblicità.
Ciò che risulta evidente di primo acchito è che si parla di brand, marca e non di prodotti.

Le aziende non devono pensare a promuovere sul mercato i loro prodotti/servizi, dovrebbero invece dare più importanza al costruire una marca.

Questo significa cambiare una strategia di business radicata nella nostra società, nel nostro mercato...

...è un processo difficile e cambiare mentalità è difficilissimo

MA… è forse più facile concorrere in una gara al prodotto più di qualità o più innovativo? 
È forse più facile lavorare e produrre costantemente cose nuove per potersi affermare come azienda “leader” (e, di solito, solo per qualche anno - se ci va bene -)?
 È forse più facile investire tutte le risorse in ingegnerizzazione e produzione?

Un brand è un asset, è un bene atemporale per l’azienda, lavorando su di esso si rafforzano radici e si costruiscono basi solide per crescere.


Affermarsi nella mente delle persone come marca autorevole significa che di conseguenza i prodotti/servizi che produrremo saranno autorevoli anch’essi. Significa che non dovremo più investire budget spropositati (e più che altro sproporzionati) in lanci di prodotto a fondo perduto e senza grandi ritorni. Significa posizionarsi a livello emotivo nella mente, nel cuore e nella pancia delle persone, che non ci cancelleranno facilmente dalla memoria.

La mossa più intelligente per la tua azienda è quindi costruire una forte identità di marca.
Solo così potrai supplire ai limiti strutturali ed economici della piccola impresa. Solo così potrai affrontare un mercato sempre più difficile e competitivo.   

La solita (mela) minestra

La ragione del successo sul mercato dei brand come Apple risiede in buona parte nell’obiettivo raggiunto di regalare emozioni e nell’eternità delle stesse. Sono qualità come il mistero, la sensualità e l’intimità che riescono a far innamorare le persone tanto da valicare le barriere razionali della mente umana. 

"Il mistero svela emozioni e aggiunge complessità ai rapporti e alle esperienze… Poggia sulla capacità di raccontare storie che toccano il cuore… la sensualità è la capacità di sollecitare vista, tatto, olfatto, udito e gusto, offrendo al consumatore un’esperienza indimenticabile e irresistibile. L’intimità ideale è quella che evoca interiorità, passione, attaccamento, fedeltà assoluta e duratura." Per sopravvivere i grandi brands devono suscitare nei consumatori “un senso di fedeltà oltre la ragione”: l’amore, inteso come legame emozionale, è il futuro del business. (Kevin Roberts - Lovemarks)   

101% consapevole

Tutti possono imparare a comunicare. Il nostro desiderio profondo è quello di aiutare le aziende ad abbandonare i messaggi vuoti e sterili (io ho la qualità!) e valorizzare ciò che di più importante hanno al loro interno: i valori, la motivazione più profonda per cui esistono.

Non vogliamo vendere brochure o siti web, vogliamo aiutare le aziende ad aiutare i propri clienti. Vogliamo che chi acquista i loro prodotti/servizi sia cosciente al 101% di quello che sta acquistando, perché lo sta acquistando e da chi lo sta acquistando.
Vogliamo che le persone scelgano le nostre aziende perché sono vere, fatte da e di persone impegnate a lasciare ai propri figli un mondo migliore in cui vivere e prosperare. Lasciamo in ogni nostro cliente un pezzo di noi, fatto di buone intenzioni, idee per il futuro, e voglia di fare qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo.

Traendo spunto da queste riflessioni quest’anno vogliamo proporre una campagna - la nostra - che ci riporti un po’ all’essenza della comunicazione, così abbiamo scelto di chiamarla:

"COMUNICARE FA BENE"

Comunicare, mettere in comune, è un atto indispensabile per il genere umano, e anche per i brand. Comunicare ha due direzioni quella interna all’azienda, con i dipendenti, i collaboratori e quella esterna all’azienda con i clienti, i fornitori e i non-ancora-clienti (il pubblico che deve ancora scoprire i tuoi prodotti e servizi).

Comunicare fa bene perché aiuta a costruire relazioni, aiuta a far percepire la tua presenza, aiuta a dire i valori e i principi del tuo agire, aiuta a raccontare cosa puoi fare con i tuoi prodotti e servizi, aiuta le persone a scegliere meglio e fare acquisti più attenti. 

Comunicare fa bene perché:

  • Ti rende attraente
  • Ti fa diventare amico
  • Fa rimanere in salute più a lungo
  • Illumina
  • Risveglia soluzioni
  • Risolve i problemi

 

Comunicare bene a partire dal brand e dai propri valori è il modo migliore per investire sulla propria azienda. Solo così la comunicazione raggiunge il massimo per te e per chi la riceve. 
Sposta il piano della competizione a un altro livello. Posizionati. Comunica differente.

Accendi le tue idee!

Stay tuned 

Enzo Volpi

About the author

Marketer, autore e formatore. Aiuto imprenditori e manager a comunicare la propria idea di futuro e della brand identity aziendale attraverso gli strumenti contemporanei più adeguati allo scopo.

Enzo Volpi
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