Che sia un periodo faticoso non c’è nemmeno il bisogno di ricordarlo.
Quella che ci sentiamo spesso chiedere da imprenditori, responsabili aziendali o consulenti è una richiesta di soccorso: cercano risposte alle loro necessità, un sostegno per i loro sogni soprattutto.
Gli pare strano che non vi sia a portata di mano - in un’epoca in cui a sentire gli esperti* c’è una tecnologia pronta per ogni cosa - una soluzione facile, un magico strumento che fa tutto lui.
Non so, un’Internet di turno, un sito, un e-commerce, una landing, una campagna magica da mille lead al mese o chissà che.
*Nota: Esperto oggi è chiunque sa parlare o scrivere, anche male e facendo errori, perché il copywriting/storytelling giustifica tutto: anche lo stramaledetto apostrofo al posto dell’accento.
Invece - meravigliosamente - c’è ancora qualcosa (per ora) che si affronta senza l’automazione, senza un software o un applicativo, un social o un motore di ricerca e via così.
Va fatto a mano, anzi, va fatto a cervello.
Trovare un’idea.
Immagino già la reazione schifata di chi legge una dichiarazione tanto banale.
Ok, lo ammetto è semplicistica, ma provo ad approfondire un po’ il concetto.
Devo necessariamente fare un tuffo nel passato e tornare con la memoria all’inizio della mia carriera dove mi occupavo di progettazione e costruzione di immobili.
Quando desideri una casa che fai? La sogni, la immagini, guardi le riviste di architettura, ti informi, frequenti le fiere, i saloni del mobile, e vai a caccia di idee da segnalare al tuo architetto o costruttore.
Bella, mi piace tanto! Con quel tetto a spiovente rosso, le linee un po’ morbide, con le facciate color terra intervallate da inserti in pietra e le finestre dal profilo bianco.
Per non parlare del design degli interni e del giardino ben rasato; un sogno.
Pochi pensano che per godersi questa meraviglia si debba incominciare da uno scavo.
Per costruire una casa, si va sul posto, si tracciano a terra delle righe bianche e si comincia a scavare in cerca del terreno solido su cui poggiare le fondamenta.
Poi si procede nel costruire le fondazioni, i muri portanti fino al primo solaio e poi si copre tutto.
È fatta, la parte brutta è nascosta. Adesso si pensa ad edificare il bello, il sogno.
Avrai già intuito dove voglio andare a parare.
Il sogno, la realizzazione di un business, di una campagna di comunicazione o di un obiettivo di marketing partono da un progetto.
La fase progettuale si chiama analisi strategia.
Come per un edificio, inizia con uno scavo, un’indagine del mercato, degli obiettivi, del cliente ecc, come da Manuale della Giovane Marketmotta.
La fase delle fondazioni si chiama strategia, la quale, con grande fatica, conduce ad un’idea strategica guida, una long idea, una copy idea. Il nome conta poco.
E qui si arriva al punto. Dove mi tocca proporre un’ulteriore distinzione nell’approccio all’argomento.
La distinzione tra la parola originale e la parola creatività.
La creatività e il pensiero creativo sono indispensabili, soprattutto per chi si occupa di comunicazione, tuttavia vi è spesso la credenza che la creatività esista a prescindere. Viene vista come un insieme di idee frizzanti, di modi colorati e inusuali, attrattivi ed emozionanti di proporre idee.
La creatività arriva dopo aver definito quell’idea originale, ovvero unica a suo modo, che contraddistingue l’agire specifico di quell’azienda o di quel progetto e per la quale sarà necessario trovare modi creativi di diffonderla.
L’idea guida quindi è più la materializzazione del pensiero strategico, è la sintesi dell’analisi, dello scavo, e diventa le fondamenta delle azioni successive.
Da qui in poi via libera alla creatività.
Quindi mi riaggancio all’inizio e provo a chiudere il discorso.
Aiutare un’azienda a comunicare in modo originale (unico) richiede un’idea originale.
Questa idea-strategica-guida ha bisogno di creatività, strumenti e tecnologia per la sua attuazione.
Se l’idea originale rappresenta le fondamenta dell’edificio della comunicazione, l’analisi strategica è lo scavo necessario per alloggiarle al posto giusto.
Per chiudere, l’invito che faccio a tutti noi è quello di provare ad applicare i meccanismi di un settore che ha migliaia di anni di esperienza sulle spalle - l’edilizia - e di dare spazio anche al progettista, a colui che esercita l’azione del pensiero e la traduce in un progetto.
Un approccio che può esserci d’aiuto sempre, soprattutto in un periodo faticoso come questo.
COME AFFRONTARE QUESTO PERIODO
“Ognuno dovrebbe trovare in sé le risorse per farlo, penso. E questo è il primo insegnamento, riattivare la potenza della propria solitudine per poter abbracciare solo poi quella degli altri.
Per quanto riguarda i mercati, e le ricerche in particolare, credo che questo momento dovrebbe portare a rivalutare quella prassi di pensiero strategico che noi sosteniamo da anni, con il lavoro sulle tendenze che è lavoro sull’anticipazione e sulla valutazione razionale dei futuri possibili.
Più scenaristica strategica, più intelligenza analitica, e meno programmatica."
(Giulia Ceriani - Babaconsulting)
Concordo pienamente con questa - vera - esperta di marketing.
Fammi sapere cosa ne pensi tu.
Enzo Volpi