Costruisce legami migliori e una realtà migliore
Mai e poi mai avrei detto che avrei vissuto un simile periodo di incertezza e instabilità. Per certi versi peggiore di quello che nel 2008 aveva colpito in particolare l’edilizia.
Prima la paura per la propria salute e quella dei propri cari, poi in un crescendo emotivo sempre più complesso anche quella per l’economia, il lavoro, il futuro.
Ci troviamo in una terra di mezzo, tra l’incredulità e l’incertezza, un terreno dove prolifera l’insicurezza, la paura e la demotivazione.
È un tempo di ostacoli e difficoltà, ognuno li affronta con la propria ricetta con le proprie armi, con una sua formula, quella che la vita gli ha insegnato.
È proprio in momenti come questi che è facile smarrire la propria strada sia come persona che come azienda.
- Perché è doveroso concentrarsi sull’emergenza.
- Perché la salvezza del proprio lavoro viene prima di tutto.
- Perché pensare al futuro diventa un esercizio per pochi.
È la vita che ci sorprende e che ci sconvolge, come sempre accade nella storia giunge all’improvviso l’imprevisto a scombussolarci i piani, e le nostre rosee aspettative sul futuro vanno in fumo.
È sempre stato così. È sempre successo, accettarlo quando tocca a te però è un’altra storia.
Le conseguenze di una catastrofe, una guerra, una pandemia, possono essere terrificanti, spingono giù, a chiudersi, a rintanarsi, per proteggersi e per sopravvivere. Non c’è nulla di male in tutto ciò, almeno in apparenza, assomiglia molto a un ponte che crolla.
E l’immagine di quanto possa essere devastante è ben viva nelle nostre menti.Ponte crollato in Toscana
Un ponte che crolla può essere aggirato, vero, tuttavia la ferita rimane aperta, manca qualcosa, manca un collegamento. Manca la connessione tra le due sponde del fiume, o tra i due pendii della montagna e il vuoto torna ad essere vuoto.
Mentre prima con il ponte, potevi portare qualcosa da questa a quell’altra parte e altrettanto poteva fare una persona che dall’altra parte voleva raggiungere questa.
Smettere di comunicare è come tagliare i
ponti. È come lasciare un vuoto di
connessione tra due parti.
La soluzione per comunicare bene inizia con il desiderio di connettersi. Di andare verso, di portare un proprio messaggio all’altro che possa colmare quel vuoto creato dalla distanza, o dalla inconsapevolezza.
Costruire un ponte serve a farti conoscere, a rinsaldare una relazione ed accorciare le distanze.
Come può avvenire tutto questo nella comunicazione pubblicitaria o in quella aziendale?
Si sono sprecate quantità di parole incredibili in proposito, eppure sono concetti destinati ad essere ripetuti all’infinito, soprattutto ora che il “rumore” ruota attorno al dibattito riguardante la ripartenza post crisi.
Un ponte mette in comunicazione due punti, quando è fatto di buone parole aiuta, sostiene, fornisce un supporto concreto. Abbiamo visto in questo periodo - ancora di più - cosa può fare la buona comunicazione, unita a buone idee e la giusta dose di creatività.
Può costruire un ponte tra il dolore e la
speranza.
Quali sono quindi i criteri per comunicare al meglio in questo periodo.
Di certo la prima cosa da fare per un’azienda è non smettere di creare ponti.
Continuare a comunicare ai propri clienti e a quelle persone che ancora non sono clienti.
La comunicazione dovrà:
- essere focalizzata sui valori dell’azienda;
- trasmettere la visione del mondo dell’azienda;
- spiegare come intende, l’azienda, realizzare questa visione;
- raccontare quali sono i vantaggi di questa visione per il pubblico.
Al tempo stesso occorre essere attenti a:
- non eccedere con il pietismo, il vittimismo, il buonismo;
- essere schietti e diretti;
- offrire una visione ottimistica, concreta e realistica.
I mezzi da utilizzare dovrebbero essere tutti quelli compatibili con il proprio pubblico.
Certo il web in questo periodo ha rivelato tutta la sua potenzialità e per certi versi ci ha salvati: con la spesa, il lavoro, la comunicazione tra colleghi, parenti e amici.
Quindi i social, il blog, i motori di ricerca sono canali da prediligere.
Tuttavia vi sono mezzi di informazione in ogni luogo, validi per differenti circostanze: alcuni di questi per ora sono preclusi, ma non lo saranno per sempre (es: sale cinematografiche, fiere ecc).
Le persone premieranno quelle aziende che sapranno offrire soluzioni vicine alle reali necessità di questo periodo e che sapranno esprimerlo con una comunicazione il più possibile profonda e veritiera, realistica, fondata non solamente sui benefici dei prodotti, ma sui vantaggi derivanti dalla visione che l’azienda porta avanti, nel ruolo di soggetto inserito in una collettività per la quale intende avere impatto sulle vite delle persone e sull’ambiente.
Per ricapitolare
- nei momenti di difficoltà è importante rimanere in contatto;
- smettere di comunicare è come far crollare un ponte;
- comunicare bene inizia con il desiderio di connettersi;
- la buona comunicazione costruisce un ponte tra il dolore e la speranza;
- la comunicazione post Covid sarà ancora più centrata sui valori;
- non eccedere con il pietismo, offrire una visione ottimistica, schietta e concreta;
- non temere di comunicare il proprio pensiero.
Facci sapere la tua opinione, crea un ponte con chi vuoi: anche con noi.
Enzo Volpi