Mi fa male dire una cosa del genere, ma devo!
In un momento storico davvero difficile per il mondo, per l’Italia e per la mia Bergamo, mi tocca constatare quanto la qualità della comunicazione sia degenerata.
È altrettanto contagiosa quanto il virus da cui stiamo cercando disperatamente di difenderci.
È un proliferare incredibile di false notizie, di distorsioni, di insulti e di presupposti sull’incompetenza di chi guida l’emergenza a livello centrale, per non parlare di chi vede complotti ovunque.
Come se mai nessuno si ponesse la questione: e io cosa avrei fatto?
È vero: sono tutti incompetenti!
Ma di fronte ad una situazione inedita di tale portata chi può dire di non esserlo?
Io però, pur non risparmiando il richiamo, e la critica se necessaria, alle proprie responsabilità, vorrei limitarmi a parlare di comunicazione e del pericolo che ne deriva se non la controlliamo bene: la confusione.
È proprio in momenti come questi che è facile scaldare gli animi.
Insomma, chi più urla più ha ragione, e il risultato è che ci si capisce sempre meno.
È incredibile infatti, come sia tutto un susseguirsi di proclami, di annunci che vengono smentiti, o confermati nelle ore successive.
Il problema è la pigrizia: nonostante abbiamo a disposizione gli strumenti, approfondiamo poco le troppe notizie che riceviamo.
Tutto questo può creare seri danni.
Prima di tutto l’enorme rumore mediatico diluisce la comunicazione.
Rende più difficile il portare un messaggio a destinazione.
Soprattutto rende ancora meno disponibile quella “merce” che tutti - social compresi - si contendono aspramente: la nostra attenzione.
Meno attenzione significa dover fare ancora più rumore per raggiungere le persone,
con l’effetto di essere inevitabilmente fagocitati dalla massa di informazioni stesse.
Il circolo diventa vizioso e senza fine.
La soluzione per comunicare bene inizia con il desiderio di farsi comprendere.
Sembra banale, ma il primo passo è desiderare.
L’intenzione di farti comprendere ha come primo effetto quello di renderti evidente che quelle che hai di fronte sono persone: con i propri sogni, i propri limiti, i propri interessi, conflitti, paure, sentimenti…esattamente come te.
Guardarle in tal modo ti aiuta a uscire dall’auto-inganno per il quale pensiamo che il problema sia altrui e non nostro, quello che ci spinge a cercare e vedere negli altri comportamenti errati che giustifichino il nostro stesso - a volte bieco - comportamento.
L’auto-inganno porta a vedere gli altri come oggetti.
La responsabilità del comunicare comincia da qui:
Per cercare di fare chiarezza su un tipo di comunicazione che aiuta a comprendere mi farò aiutare - a mia volta - da Jack Eugenio, il nostro pappagallo pirata, detto anche Jack è un genio, il nostro testimonial del momento.
Innanzitutto voglio farti riflettere sul fatto che il pappagallo è un animale molto intelligente. Come sai è in grado di ripetere alcune parole del linguaggio umano, imitandone il suono.
Il suo limite sta nel fatto che si ferma ad utilizzarle senza comprenderne il significato.
Ha capito il meccanismo attraverso il quale può riprodurre i suoni, ma sono suoni privi di significato.
Ecco perché diciamo che chi ripete a memoria fa il pappagallo, perché probabilmente ha capito il significato ma non è detto che abbia fatto proprio quel significato.
Comprendere invece, è qualcosa di diverso dal capire, ha a che vedere con l’interiorizzare, fare proprio un significato, affinché lo stesso sia utile in qualche modo per la nostra vita.
Quindi per comprendere qualcuno dovrei interiorizzare quel che mi dice. E a mia volta cercare di aiutarlo a interiorizzare il mio messaggio.
È un processo che possiamo applicare al rapporto con i clienti, in questo modo:
- Cerco di COMPRENDERE i clienti e i loro bisogni
- Metto al centro l’altro e non me stesso
- Interiorizzo e faccio mie le loro istanze
- Attivo il desiderio di farmi comprendere
- Vedo gli altri come persone
- Mi rendo accessibile agli altri e comunico in modo sincero, trasparente e veritiero
- Offro ai clienti significati da interiorizzare.
Un lavoro meno semplice di quanto sembri all’apparenza.
Facci sapere la tua opinione, divertiti con la tua comunicazione per aiutaci a comprendere.
Jack Eugenio ti saluta, a modo suo…
ciao
ciao
ciao