Vi sono leggende che narrano di una creatura dei profondi abissi che si mostra sulla terraferma solo quando desidera attirare i viandanti, generando molteplici sensazioni.
Una volta ottenuto ciò che desidera, essa torna inosservata nel suo habitat naturale, lasciando dietro a sé segni indelebili della sua presenza.
Altre leggende, invece, parlano di una creatura dei boschi di natura benevole. Senza mostrarsi, parla ai viaggiatori tramite il movimento armonioso degli alberi, al fine di condurli nei luoghi desiderati.
No, non stiamo parlando di sirene, folletti o altre creature mitologiche derivanti dal folclore di paesi lontani, bensì del Copywriter. Una figura ignorata dai più e confusa da molti…pochi sono coloro che realmente ne conoscono le sembianze.
Quale aspetto ha il Copywriter?
Proviamo a partire dicendo cosa NON è un copywriter:
- Non è un giornalista, perché non approfondisce notizie
- Non è uno scrittore, perché non scrive romanzi
Può essere piuttosto considerato come un giocoliere, poiché abile con le parole. Tramite la creatività raggiunge i suoi obbiettivi: comunicare alle persone per chiamarle all’azione.
Sigmund Freud disse:
“Le parole erano originariamente incantesimi, e la parola ha conservato ancora oggi molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice un altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l’insegnante trasmette il suo sapere agli studenti, con le parole l’oratore trascina l’uditorio con sé e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente”.
La figura del copywriter appare attorno al XIX secolo nell’ambito delle redazioni giornalistiche, come redattore di testi pubblicitari. Tuttavia, ad oggi, l’avvento del web ha cambiato la sua fisionomia:
Il copy si è dovuto adattare ai nuovi strumenti per poter essere informativo e persuasivo. Parlando sia al pubblico che ai motori di ricerca, tale personaggio è mutato nella chimera più conosciuta chiamata Web/Seo Copywriting.
Infatti è possibile trovare la sua impronta artistica nei social, negli articoli di siti aziendali e nei blog. Nonostante questo, la sua veste non è tramutata:
Che sia per un Cartello pubblicitario o per un Post di Facebook, il copy deve sempre giocare con le parole.
Come si comporta nel suo habitat?
L’habitat del copywriter sono le agenzie di pubblicità o di comunicazione. Luoghi nei quali questa creatura pensa, ripensa, scrive e riscrive.
Ovviamente non trascorre il tempo fissando il vuoto o stropicciando carta ma, elabora dei contenuti pubblicitari capaci di persuadere, attirare e invogliare il pubblico a compiere un’azione specifica verso l’acquisto o il consumo di beni e servizi.
Alla luce di questo, i suoi compiti sono:
- Ideare, sviluppare e produrre campagne pubblicitarie tramite l’interazione con i clienti
- Conoscere in maniera approfondita i prodotti e servizi da promuovere
- Monitorare le azioni di marketing dei concorrenti
- Studiare il pubblico di riferimento
- Selezionare il media più adeguato per ogni specifico progetto
- Osservare costantemente i trend attuali
- Garantire la qualità del materiale realizzato
- Monitorare le campagne
Qual è il suo segno identificativo?
La persuasione. Nell’ambito della comunicazione essa viene definita come:
“L’arte di modificare l’atteggiamento o il comportamento altrui attraverso uno scambio di idee. A differenza delle altre maniere di convincimento, la persuasione utilizza solamente le parole o il linguaggio del corpo per riuscire a mettere l’interlocutore in uno stato d’animo specifico a cui punta il persuasore”.
Il copywriter deve capire i bisogni del pubblico se desidera attirarli verso un determinato bene o servizio.
Le parole devono quindi essere vive per dare alle persone l’idea “reale” del prodotto, proprio come se lo avessero dinanzi a loro.
Dunque un bravo copy si identifica per la sua capacità di cogliere nel segno!
Ma attenzione, non bisogna considerarlo un truffatore, semmai una tra le figure più idonee nel mettere in luce la principale caratteristica di un bene o di un servizio.
In tal senso, considerando che l’80% delle decisioni che prendiamo sono guidate dalle emozioni, l’abilità del copy trova ragione nel momento in cui riesce a muovere i sentimenti del piacere (desideri, soddisfazione, gioia) o della tristezza/paura (ansia, panico, dolore).
Pertanto se un compositore si arma di note per far suscitare commozione, eccitazione, il copywriter, viceversa, lo fa con le parole…per questo motivo per cui può essere definito ARTISTA.
Arrivati a questo punto, voglio concludere con un esempio capace di far comprendere al meglio la strana creatura chiamata copywriter:
“Si racconta che all’angolo di una via ci fosse un cieco che appeso al collo aveva un cartello con la scritta: ‘Cieco dalla nascita’ . Riceveva poche elemosine. Passò di lì un pubblicitario che gli modificò il cartello. Poiché le offerte fioccavano, il cieco, quando lo incontrò nuovamente, volle sapere cosa avesse scritto. ‘Il messaggio è lo stesso, ho solo cambiato la strategia di comunicazione’ gli rispose il copywriter. ‘E cosa hai scritto?’ domandò il cieco, curioso. ‘È il primo giorno di primavera e non posso vederlo.”
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